Acaro del tarlo
In questi ultimi anni, nel mondo occidentale, si descrive con sempre maggiore frequenza una patologia dermatologica nuova, causata da acari che vivono con i tarli, nei cunicoli che questi scavano in vecchi mobili, sparsi nelle varie case. Responsabile di ciò è il Pyemotes ventricosus, un parassita delle larve di insetti, invisibile ad occhio nudo per le sue ridottissime dimensioni (circa mezzo millimetro), con un comportamento biologico particolare: la femmina gravida partorisce individui già adulti in numero talvolta superiore a 400; lo sviluppo post-embrionale avviene interamente all’interno della femmina gravida. Il Pyemotes ventricolus, appartiene insieme alle trombicule al gruppo degli acari pungitori, lungo circa 0,2 mm, è un ectoparassita del tarlo del legno (stadi larvali); dotato di stiletti buccali può pungere anche l’uomo causando gravi dermatiti, a volte associate a sintomi più complessi quali febbre, mal di testa, vomito, diarrea per l’azione delle tossine immesse. Le femmine sviluppano numerosa prole (200-300) all’interno del loro addome (forma a palloncino), raggiungendo gli 1 – 2 mm.L’associazione tra anobidi (i tarli) e Pyemotes ventricosus è molto stretta: l’acaro viene infatti considerato parassita del "tarli dei mobili". I tipici focolai di infestazione sono appunto mobili tarlati, tavoli, sedie, divani, cornici ma anche la legna da ardere, che portata nelle abitazioni, può introdurre Pyemotes ventricosus nelle case. Mentre il tarlo dei mobili si sviluppa a spese del legno, Pyemotes ventricosus si diffonde ovunque ma soprattutto punge l’uomo riversandosi su letti, divani, poltrone, cornici, coperte e anche vestiti. Tipicamente Pyemotes ventricosus punge le parti del corpo che rimangono coperte dai vestiti: fianchi, spalle, gambe sono i luoghi elettivi. Le punture causano dermatiti che si evidenziano con microvescicole circondate da un alone eritematoso fortemente pruriginoso. Bastano pochi esemplari per creare problemi dermatologici all’uomo. La distribuzione delle lesioni è strettamente legata al contatto diretto della cute con la matrice legnosa infestata. Il periodo più critico è proprio durante la riproduzione: giugno-luglio, da cui il nome di dermatite estiva dell’uomo.
Scleroderma (Sclerodermus domesticus)
Sclerodermus domesticus Klug, 1809 è un insetto appartenente all’ordine degli imenotteri, famiglia Betilidi (Hymenoptera Bethylidae). Ricorda a prima vista una piccola formica, stretta ed allungata, lunga circa 3-4 mm.
Le femmine sono prive di ali mentre i maschi sono alati ma così rari da far presumere che la riproduzione avvenga normalmente per partenogenesi, cioè che le femmine si autoriproducano, generando solo femmine.
Lo Scleroderma è un parassita di larve d’insetti che vivono nel legno, in particolare dei comuni tarli dei mobili, ed è molto comune nelle case di Venezia, un po’ meno a Mestre e al Lido.
La femmina penetra nelle gallerie scavate dai tarli nel legno di vecchi mobili, o di travature del tetto, punge le larve con il pungiglione situato all’estremità dell’addome, paralizzandole con il veleno, e vi deposita sopra le uova: le sue larve neonate troveranno così nella larva paralizzata una facile fonte di cibo.
Le larve, raggiunta la maturità, si rinchiudono in piccoli bozzoli, dai quali usciranno gli adulti dello Scleroderma. Il riscaldamento invernale degli appartamenti gli consente di moltiplicarsi facilmente.
La femmina, nelle sue peregrinazioni per trovare un foro di tarlo dove deporre le uova, percorre le pareti delle stanze e si può trovare sulle tende, sulle lenzuola, sulle stoffe. In mancanza delle prede abituali, le femmine possono pungere l'uomo, sia di giorno che di notte, di solito ripetutamente (in un caso sono state riscontrate ben 48 punture!), sugli arti, sul petto e sulla schiena. A Venezia pungono soprattutto nel periodo primaverile-estivo: sulla base di una ricca casistica, le prime segnalazioni di punture all’uomo avvengono a febbraio e proseguono sino a settembre inoltrato; la massima attività è in aprile-maggio.
La puntura provoca papule alquanto indurite, rossastre, piuttosto grandi e pruriginose, persistenti (di norma almeno 8-10 giorni). Il quadro clinico è quello di una dermatite papulosa, la cui reale causa non sempre è riconosciuta dal medico. In caso di ipersensibilità al veleno, o di elevato numero di punture sullo stesso individuo, possono manifestarsi anche orticaria, febbre, malessere generale, che in genere regrediscono spontaneamente in un paio di giorni.
Come combattere lo Scleroderma? L’unica soluzione è quella di eliminare i tarli dall’abitazione.
Mentre presso la nostra sede disinfestiamo con microonde i vostri arredi ,i nostri addetti possono sterilizzare le parti a rischio ,infatti questi acari restano nell'ambiente e diventano molto più agressivi verso l'uomo e animali domestici, fino alla fine del loro ciclo biologico.